Dopo l’adesione del Comune di Sesta Godano al programma nazionale «piccole patrie» – ideato e promosso da simtur – un tavolo di lavoro con i Comuni della Val di Vara consente di avviare un laboratorio di buone pratiche per lo sviluppo delle economie locali  

La Val di Vara occupa da sola circa due terzi del territorio della provincia della Spezia ed è la più grande vallata della Liguria. Prende il nome dall’omonimo fiume che nasce dal monte Zatta e si getta nel fiume Magra, di cui è il maggior affluente, dopo una sessantina di chilometri. L’area comprende 13 comuni per una superficie di 529 Kmq ed un totale di 15.791 abitanti, distribuiti su oltre 100 frazioni con una densità di meno di 30 abitanti per kmq.

La maggior leva di innovazione sociale e di resilienza è rappresentata dalla catena del valore connessa all’economia dei visitatori, con un trend di crescita modesto ma costante. La vicinanza della costa rappresenta un’indubbia potenzialità, dal momento che la Val di Vara si trova alle spalle del Golfo dei Poeti e dei crinali terrazzati che si affacciano sulle Cinque Terre, ma la valle ha qualcosa in più da offrire: custode di una straordinaria varietà di paesaggi e di antichi borghi, è  un’ottima meta per coloro che prediligono vacanze all’insegna delle attività all’aria aperta e dello sport. Sono infatti presenti percorsi di trekking, mountain bike, rafting, equitazione, parchi avventura e molto altro.

Oasi verde nella Liguria di Levante, la Val di Vara rappresenta un territorio di grande interesse ambientale, storico e paesaggistico, con grandi narrazioni e suggestioni: attraversata dal fiume Vara – che costituisce l’elemento di unità del comprensorio – è un polmone verde in cui la biodiversità rappresenta un aspetto primario, insieme alle tradizioni delle piccole comunità, alle produzioni agricole di qualità e alle produzioni biologiche (è il più grande distretto bio d’Europa!).

Contesa a lungo fra Malaspina, Vescovi di Luni e di Brugnato – oltre che dalla Repubblica di Genova – la valle conserva quasi intatti i segni del suo passato, caratterizzandosi per la presenza di numerosi borghi fortificati, risultato della trasformazione nei secoli degli impianti urbanistici. 

mappa della val di vara

Il biodistretto più grande d’Europa

Il Biodistretto della Val di Vara, istituito nel 2013, comprende 7 comuni con oltre il 55% del territorio certificato biologico, si deve confrontare con sfide significative come l’abbandono delle terre e lo spopolamento. Una straordinaria eccellenza, ma anche una grande sfida, con l’obiettivo di valorizzare le risorse locali, restituire dignità a chi lavora la terra e rendere il territorio attraente per giovani, nuovi residenti e visitatori, attraverso il turismo slow e la riscoperta delle esperienze di comunità.

Per raggiungere questi obiettivi, il programma «piccole patrie» intende coinvolgere attivamente le comunità locali e le istituzioni, creando un dialogo tra tutti gli attori del territorio. Si favoriscono collaborazioni con l’area protetta, l’università, cooperative, GAL, GAS e comunità del cibo, per aumentare la visibilità dei piccoli produttori, per individuare nuovi punti di equilibrio con i mercati, ma anche con l’obiettivo di ricercare fondi tramite bandi e partnership.

L’incontro dei sindaci con «piccole patrie»

Domenica 6 luglio si è tenuto a Sesta Godano – che ha già aderito al programma nazionale «piccole patrie» – un incontro con i sindaci della Val di Vara per verificare le condizioni di fattibilità e il livello istituzionale da raggiungere per l’avvio dei processi di partecipazione e animazione territoriale, per poi procedere alla mappatura digitale degli attrattori, delle eccellenze produttive e delle “esperienze di comunità”.

Introdotto e coordinato dall’esperta Elisabetta Del Soldato, l’incontro ha consentito di presentare il percorso di qualificazione che, attraverso «piccole patrie», mira a posizionare la Val di Vara come “destinazione slow“. 

«L’incrocio tra l’Alta Via dei Monti Liguri e l’Alta Via delle Cinque Terre, che si incontrano sulla cresta del monte Zatta, è un primo asset straordinario – ha commentato il presidente simtur, Federico Massimo CeschinAttraverso le mulattiere che raggiungono i paesi di mezza costa e persino le frazioni più remote, attraverso una splendida sentieristica che può generare il necessario raccordo con il fondovalle, consentendo ai visitatori di entrare in contatto con il variegato patrimonio naturalistico, storico e artistico, si possono scoprire emozionanti elementi del passato e valorizzare le moderne strutture agrituristiche e produttive. Occorre ragionare in termini sistemici. E questo è l’obiettivo principale del nostro programma».