Il nuovo libro edito da movability books, che già è diventato un manifesto di valori e di visioni ben oltre i confini di simtur e si avvia a diventare un claim etico, si presenta in prima nazionale a Buronzo, nel cuore della Baraggia, tra le risaie del Piemonte
Sarà la Baraggia, la “savana d’Italia“, ad ospitare la prima nazionale di “destinazioni slow”, il libro/manuale che presenta un nuovo patto con l’Italia ancora ostinatamente considerata “minore”.
Si tratta senza dubbio di un quadro di valori ma, insieme, di un modello di sostenibilità del turismo che fa perno sulle comunità locali, sulla dimensione dolce di provincia e sulle eccellenze rurali e produttive.
L’entroterra è – per gli autori – il tessuto ideale per rigenerare esperienze di comunità che restituiscano senso di appartenenza e di prospettiva, contribuendo allo sviluppo locale e regionale, nonché alla competitività dell’intera offerta turistica nazionale.
A presentare il modello strategico che le destinazioni slow intendono generare, campanile per campanile, attraverso filiere integrate di servizi per residenti e visitatori, “a emozione aggiunta“, assieme alla padrona di casa Anna Maria Corrado, saranno alcuni degli autori: Elisabetta Del Soldato, Gaia Ferrara, Ignazio Garau, Giulia Lascialfari e Patrizia Lupi. Presente anche il presidente Federico Massimo Ceschin. Il moderatore sarà Virgilio Gay, anche nella nuova veste di direttore nazionale simtur.
Un patto con l’Italia che non vuole più essere considerata “minore”
Un ritrovato senso di comunità sospinge una nuova alleanza con la natura e il paesaggio, con l’economia e l’ecologia che richiamano inevitabilmente ad un’etica, individuale e insieme collettiva, orientata alla tutela e alla valorizzazione dell’immenso patrimonio materiale e immateriale di agrobiodiversità dei territori e ad un rinnovato patto città/campagna che rivaluta l’idea di “contado”, tra le espressioni più originali e profonde dell’Italia, all’origine della parola “contadino”.
La rielaborazione continua della dualità tra contesti urbani, periurbani, aree rurali e aree agricole la più interessante chiave esplicativa della lettura dei processi di territorializzazione, ma anche delle tendenze socioeconomiche in atto. In questo senso, la visione di lungo periodo promossa dalla Unione europea trova nel nella piattaforma nazionale rurability la sua proiezione nel futuro.
simtur riconosce nel tessuto rurale il contesto umano e culturale sinonimo del buon vivere, delle tradizioni, del saper fare creativo, della dimensione sociale armoniosa e del paesaggio in equilibrio tra tessuti urbani e ambiente naturale. In tale contesto intende operare per un nuovo Rinascimento rurale, inteso come piena valorizzazione dei contesti finora considerati “minori”, ai quale il turismo può garantire due straordinarie opportunità:
- contribuire alla diffusione delle esperienze di visita, decongestionando le aree soggette ai flussi più insostenibili;
- contribuire alla diffusione dell’indotto turistico nelle economie locali e nel tessuto sociale di provincia.
Riportare al centro la «italianità»
Analizzando la domanda dei mercati turistici, simtur è sempre più convinta che si fondi sulla “italianità”, che si presenta più autentica, vivace e ricca di esperienze nell’entroterra, a partire dal cibo e dall’enogastronomia.
La risposta di simtur si trova nella terra. Anzi, nei territori. L’hanno dichiarato i fondatori nell’atto costitutivo, che poi è diventato il centro di gravità permanente di ogni azione, programma e piattaforma: è un sistema di valori che si nutre della bellezza delle narrazioni plurali che il Bel Paese riserva – dalle Alpi alla Valle dei templi, dalle colline del Carso ai nuraghe – attraverso storie umane che sanno di terra e di mare, ma anche di fatica, di sudore, di sacrificio, di ingegno, di talento e di creatività. Un quadro dinamico, che fa dell’instabilità un punto di forza, perché costringe le comunità locali a ricercare sempre nuovi e resilienti punti di equilibrio.
simtur è convinta che – per qualità della vita, stile e varietà di proposte – l’Italia possa considerarsi un riferimento per l’ospitalità rurale, combinando fascino, prodotti fatti in casa a chilometri zero e genuinità di luoghi e persone, anche e soprattutto nelle aree interne. Per i viaggiatori in cerca di esperienze autentiche, i fattori determinanti sono l’estraneità ai flussi turistici di massa, la sensazione di essere coccolati, la disponibilità di buon cibo cucinato in casa e accompagnato da ottimi vini, combinato con le pressoché infinite opportunità di vivere attività all’aria aperta.
simtur si è pertanto assunta l’impegno di diffondere la consapevolezza della rilevanza e della consistenza del turismo nelle aree rurali e nei borghi come terzo pilastro del turismo italiano., accanto ai consolidati segmenti del balneare e delle città d’arte. E ne chiede in ogni sede istituzionale un pieno e sostanziale riconoscimento. Dall’insieme di questi presupposti e di questi convincimenti prende forma la più recente delle strategie individuate per assistere i territori e le comunità locali che intendono affrontare a testa alta le sfide globali, adottando il modello della «filiera corta dell’accoglienza» che integra finalmente le eccellenze dei singoli territori per diventare destinazioni slow.
In Baraggia per ritrovare l’armonia e il benessere
La Baraggia, la savana Piemontese, a ridosso delle montagne che sovrastano il territorio biellese, è una terra di agricoltura, di riso, e di natura, ma anche di borghi e castelli medievali. Un contesto decisamente particolare e quasi unico quello del Castello di Buronzo, la prestigiosa sede che ospiterà la prima nazionale.
Qui le aziende agricole e le riserie sono un’occasione importantissima per fare cultura e turismo insieme, creando consapevolezza sul cibo, grazie ai numerosi produttori di riso che aprono le loro porte ai visitatori. Come le aziende vercellesi, novaresi e lomelline più antiche, ma è in Baraggia che si produce l’unica DOP del riso (ed è anche la coltivazione di riso più a nord nel mondo).
Una terra antica e insieme giovane, la Baraggia, creata nel secolo scorso attraverso importanti interventi di bonifica che hanno costellato il territorio di laghi artificiali e canali da esplorare, percorrendo – a piedi, in bicicletta o a cavallo – le alzaie dei corsi d’acqua, le strade sterrate tra le risaie e le cascine, tra nidi di cicogne e distese di brughiera, tra castelli e antichi ricetti medievali come il celebre Ricetto di Candelo.
Gli itinerari partono da Armonie in Corte – dove le tradizioni diventano emozioni – per scoprire tanti punti d’interesse e godere di angoli di storia, arte e architettura, ma anche dove degustare straordinari prodotti tipici come quelli che faranno da prezioso corollario alla presentazione di “destinazioni slow“.
simtur ringrazia sin d’ora Anna Maria Corrado per aver interpretato il desiderio di tutta l’associazione di dare vita al primo rurability hub, che non poteva che nascere qui, dove la ruralità è ancora massima espressione di civiltà, di cultura e di sperimentazione.